Season Review: Dani Pedrosa, il pilota che non coglie l'attimo

05.12.2013 21:10
Dopo questo ennesimo articolo sull'ennesima stagione di Dani Pedrosa all'ennesimo titolo sfumato per l'ennesimo tiro mancino della malasorte mi sono convinto di una cosa: il grande pilota, quello che merita di essere campione del mondo, la fortuna se la cerca. Anche il bistrattato Hayden ebbe in fondo il mertio di fare la stagione più regolare di tutti, sebbene la dea bendata gli abbia dato una mano di molto (ma olto davvero) superiore a quella che si è cercato lui. Perchè, come avevamo scritto già durante la stagione, Dani ad un certo punto aveva DAVVERO il mondiale in pugno: dopo Assen avrebbe potuto guadagnare una montagna di punti, dato che con le sue classiche partenze a fionda avrebbe di certo vinto con distanza su un Marquez che invece in quelle due gare è arrivato davanti in rimonta.
 
E invece? Da subito Dani pare subire il debuttante Marc: non attacca, ma pare aspettare. In Qatar è fuori dal podio battuto proprio dal rookie, ad Austin questo
gli soffia addirittura la vittoria. Ma la strategia, almeno per un po', funziona: due vittorie consecutive a Jerez (unica gara, c'è da dire, dove Pedroa ha dato la paga a Marc) e le Mans, oltre i 
secondi posti al Mugello e Barcellona lo lasciano al momento leader in Hrc. Ad Assen, poi, pare fatta: Lorenzo è fuori con la clavicola rotta, lui ha campo libero, e di certo al momento giusto la 
Honda saprà tenere a bada il 93. Ma, come ormai si è capito, Pedrosa funziona solo quando non ha pressione addosso: dall'Olanda inizia un periodo di difficoltà dovuta, a suo dire, dalla
mancanza di feeling sul posteriore. Fatto sta che ad Assen il 26 è quarto con Jorge subito dietro, miracoloso a tornare in sella. Ma la fortuna gli dà un'altra chance punendo la superbia di Jorge al Sachsenring e lasciando campo libero a Pedrosa, che però subisce il colpo di sfortuna forse più grande della sua carriera, cadendo e rompendosi a sua volta la clavicola e buttando due vittorie che potevano essere scontate: partendo a fionda come solito, avrebbe lasciato Marquez lontano (e probabilemtne Nakamoto gli avrebbe anche detto di lasciarlo davanti a prendere punti su Jorge), Marquez che invece sfruttando il periodo di recupero vince anche a Indy e Brno per un totale di 4 vittorie consecutive, mostrnaod tra l'altro un Pedrosa sempre più arrendevole e che mai, per quanto vicino (secondo nell'Indiana e in Rep.Ceca, terzo in Inghilterra), non attacca mai, dimostrando di non meritare davvero il mondiale e certo meno di un Jorge Lorenzo trasfiguratosi in cattivissimo pur di fermare l'esordiente più veloce che c'è. 
Anche le statistiche parlano chiaro: il primo sorpasso di Dani a Marc è a Misano nella lotta per il secondo posto dietro ad un Lorenzo scatenato. Marc, come suo solito, rispondere in meno di mezzo giro relegando il pilota di Sabadell al terzo posto.
E la sfortuna si intestardisce ancora ad Aragon con l'assurdo contatto tra Marquez ed il cavo del TCS di Dani, che cade perdendo i 25 punti di una vittoria che pare probabile. E come per magia, proprio quando è fuori dalla lotta per il titolo e libero da pressioni, Pedrosa vince a Sepang lasciando Marquez a giocarsela con Lorenzo. Oltre al danno, la beffa: nella gara successiva di Phillip Island Marc Marque zviene squalificato per non essere entrato ai box nell'assurda situazione gomme dell'Australia. E salgono i rimpiani. Dani ormai rimane fuori dalla corsa mondiale, arriva terzo di conserva a Motegi e riesce finalemente a Valencia a ribattere Marquez arrivando secondo dietro Lorenzo, ma con l'umiliazione di essere fatto passare dal rookie che andava a vincere il mondiale. Il mondiale che lui non ha mai vinto. Come direbbe qualcuno:"Coincidenza? Io non credo."