Piccola riflessione sul fantastico mondo che seguiamo
Seguo il Motorsport da quando ero un bambino e l'unica faccia di questo magnifico sport che non ho mai voluto accettare è quella della fine di un pilota che per un caso di pura fatalità è costretto ad abbandonare il suo sogno che ha sempre rincorso a 300 all'ora su un pezzo di latta.
Io non credo alla fine di un pilota. Ora non so se avete letto la sezione CHI SIAMO del nosto sito ma leggendola capirete perchè non credo a ciò. Ho sempre visto i piloti di ogni categoria e di ogni campionato come degli eroi che ogni domenica sfidano il Dio delle Corse a suon di staccate e manovre al limite per entrare nell'Olimpo dei campioni, perciò se qualcuno di essi non c'è più e perchè il Dio delle Corse l'ha chiamato a sè per fargli fare il salto di categoria più importante abbandonado quella nella quale corre attualmente, che sia MotoGp, Moto2, Supersport o Superbike.
Mi piace pensare poi che una volta 'presi' dalla loro categoria terrena i piloti corressero quella più importante, una sorta di categoria del Paradiso dove possono sfidarsi a sportellate liberamente sulle piste storiche che ormai sono state modificate e hanno perso tutto il loro fascino o su tracciati dove non si corre più da anni.
Mi immagino quindi uno schieramento da sogno con Simoncelli, Tomizawa, Antonelli, Kato, Joey Dunlop, Sheene, Hailwood... per le moto e da Senna, Villneuve, Ratzemberg, Paletti, Peterson, Pyrce... per le auto; tutti pronti a dare gas quando il semaforo si spegnerà per poter poi entrare nella leggenda.