Motogp, Motegi: gloria a Lorenzo, titolo a Marquez

12.10.2014 08:00

Tutto come secondo copione: Marc Maruqez è campione del mondo Motogp per la seconda volta consecutiva e per un totale di 4 titoli. Ma non è stata certo una passeggiata: le Yamaha, che per tutta la prima parte delle stagione sono sembrate quasi delle semplici comprimarie, hanno tirato fuori gli artiglia facendo sudare sette camicie al piccolo diavolo. 

Ci hanno messo del loro anche le Ducati, con Dovizioso e Iannone che hanno venduto cara la pelle (Crutchlow no, è caduto al primo giro).

Al via scattano forte le Yamaha, con Rossi e Lorenzo che si mettono davanti a tutti e Dovizioso che li segue come un'ombra; più dietro le Honda, che si ritrovano nel gruppone. Dopo qualche giro Marc riesce a raggiungere il terzetto di testa ma si capisce che non sarà una passeggiata: Lorenzo attacca Rossi e fugge via, Dovizioso resiste a lungo. Quando poi lo passa la scena si ripete anche con Rossi, che con un passo leggermente inferiore oppone bagarre per oltre un giro prima di arrendersi. Ma non solo: nei passaggi finali sembra ad un passo dal rientro sul 93, che però non smette di tirare e spegne le speranze di secondo posto del Dottore (secondo posto che avrebbe rimandato la festa di marquez a Phillip Island). 

Il 46 può almeno consolarsi con l'aggancio su Pedrosa a 230 punti, quarto dopo una lenta rimonta su Iannone e Dovizioso per chiudere non lontano dal podio. Solito effetto gambero invece per Dovi, che alla fine chiude a 14 secondi con l'altro Andrea a solo un paio di secondi.

Nella gara degli "altri" Bradl piega Pol Espargaro per il settimo posto, con Smith e Bautista a chiudere la top ten. Aleix Espargaro si conferma leader delle Open chiudendo undicesimo grazie anche alla caduta di Hernandez, rivale diretto in merito. Poi il tester Yamaha Nakasuga precede al fotofinish la prima Honda Open, quella di Aoyama, che precede Hayden e Barbera, ultimo a punti mentre Redding resta a secco per soli 4 decimi. 17° de Angelis, out Petrucci e Abraham. Chiudono i "cancelli"  guidati da Laverty, di Meglio e Parkes.