Motogp, largo alle Production Racer

10.07.2013 17:45

La breve era delle CRT si appresta ad essere spazzata via. Perchè, nonstante la totale incapacità e miopia che da sempre la distingue, persino la Dorna è riuscita a dare un futuro decente alla motogp. Come? con una soluzione nuova ma vecchia, le production racer. Prima che arrivassero i bei tempi degli sponsor tabaccai capaci di comprare moto ufficiali a go-go (come le 8 yamaha del 2001 o le 6 honda del 2004) vi era buona pratica tra le case di vendere le moto ufficiali dell'anno scorso, comunque abbastanza competitive, in modo da aumentare sensibilmente il numero di moto con il proprio marchio in griglia. Strategia, questa, che ai tempi fu molto usata soprattutto da Honda.                                                                                                                                      

Nei primi anni 2000, complice il periodo d'oro per sponsor e visibilità, questa pratica fu tranquillamente abbandonata per essere sostituita dal leasing, overo dalla costruzione di una moto apposita per il team che la comprava che risultava poi essere spogliata solo degli ultimissimi aggiornamenti dati agli ufficiali, così da avere sostanzialmente moto tutte ufficiali in pista. Tutti contenti, fincè ci sono sponsor come Marlboro, Fortuna, Rizla, Camel, Gauolises, noti per la loro generosità. Le cose cominciano a cambiare con l'avvento delle 800: lo sviluppo della nuova cilindrata appiana, almeno il primo anno, le prestazioni dei costruttori, favorendo quelli che negli anni precedenti erano rimasti più indietro (vedi Suzuki e Kawasaki, oltre alla stessa Ducati che riuscì addirittura a vincere il mondiale), ma ha anche un costo colossale, che rende il leasing costosissimo. Gli sponsor iniziano a diminuire, e la diminuzione diventa fuga con la crisi del 2008: si arriva, nel 2011, ad avere solo 17 prototipi in pista. Dorna prova allora a correre ai ripari: impone un tetto di 4 moto "ufficiali" (factory+leasing) e affianca ai prototipi le indefinite CRT. Ma ovviamente questo non può essere che un rattoppo, è vero che ci sono sempre state nel Motomondiale moto palesemente più lente delle avversarie, ma almeno erano prototipi. Quindi? Si torna a guardare al passato (per la serie:"Si stava meglio quando si stava peggio") e si rispolverano le vecchie abitudini, con il nuovo fiammante nome di Production Racer.

Come sempre la prima a muoversi è Honda, che non volendo svelare i segreti raffinatissimi del cambio, della frizione e del motore crea una moto satellite dal nulla, evirata delle componenti factory, e la venderà in numero di 4-5 a 1,2 milioni. Yamaha invece, forse con l'idea di non voler fare nulla, vende solo i motori a 800.000 euro, per chi volesse continuare con un telaio artigianale volendosi fidare del 4 cilindri di Iwata. Ma la genialità, come spesso è accaduto nella storia, è di noi italiani: Ducati copia le vecchie abitudini dei giapponesi e ora pensa di vendere le moto ufficiali di quest'anno a chi le volesse comprare a meno di un milione di euro, mentre Aprilia, addirittura, pensa ad una Produciton Racer evoluta dalla Superbike  e dalla CRT da vendere a soli 400.000 euro! A Noale, evidentemente, hanno studiato davvero bene il piano: i team con meno risorse potranno puntare su una ART-Evo che rischia di essere la più veloce delle Production Racer, e l'Aprilia potrà sbarcare di nuovo nel Motomondiale in grande stile. affronntado questa nuova sfida con 2 anni di esperienza CRT alle spalle, certi di una competitività che per gli altri, giocoforza, è ancora in dubbio. Si preannuncia un gran 2014.