MotoGp: La situazione dopo la pausa estiva

05.08.2014 15:43

Chiudiamo la nostra trilogia di analisi di metà stagione facendo un riepilogo su quanto è accaduto fino ad ora in MotoGp prima di buttarci a capofitto nella seconda metà del campionato in cui scopriremo chi vincerà il titolo.

IL FAVORITO è lui, Marc Marquez, nove vittorie su nove gare, un rullo compressore assetato di vittoria. Lo spagnolo ha mostrato fino ad ora un cammino perfetto, ha vinto tutte le gare e si è aggiudicato sette pole non andando mai oltre il terzo tempo in qualifica.. numeri da paura! I suoi avversari ci hanno provato, ma lui gli ha sbranati come un pescecane: prima Rossi, il più coriaceo (in Qatar, Francia e Catalogna), poi il compagno di box Pedrosa (Austin, Argentina e Sachsenring) e infine uno spento e perso Lorenzo che nell’unica gara positiva al Mugello si è dovuto arrendere alla furia del ‘Cabroncito’. La domanda che tutti si pongono è se Marc riuscirà a vincerle tutte, pare impossibile visto che la superiorità da lui espressa è impressionante e se nessuno dovesse fermarlo per le prossime cinque gare, ad Aragòn lo vedremo festeggiare il secondo titolo nella classe regina.

CERCASI AVVERSARIO per fermare la cavalcata trionfale di Marc Marquez, per ora i due principali candidati sono Pedrosa e Rossi anche se il ritardo in classifica è di 77 e 84 punti, troppi per impensierire un avversario del calibro dello spagnolo. Finora il più pericoloso dei due è stato Valentino, che, al contrario di Dani, non si è limitato a fare la comparsa dietro il pilota classe ’93. Va detto però che Pedrosa è vincolato da delle gerarchie interne ed inoltre è ha subito un’operazione agli avambracci che gli ha impedito di correre al top in Francia e al Mugello e una volta passato il dolore la voglia di vincere è ricomparsa come testimoniano le gare aggressive al Montmelò (vedi ultimo giro) e al Sachsenring. Il ‘Dottore’ invece, nonostante i soliti problemi in qualifica, è partito forte da subito aggredendo il giovane spagnolo sin dal Qatar, poi due tappe buie su due piste complicate (Austin e Rio Hondo) hanno fermato la sua rincorsa che è ricominciata a Jerez e a Le Mans ma ancora una volta il pesarese si è dovuto accontentare del secondo posto. Tolto il Mugello, dove Rossi ha ritrovato il podio su tracciato di casa ma l’anti-Marquez è stato Lorenzo, il pilota della Yamaha ha sferrato l’ultimo attacco allo spagnolo in fuga in Catalogna dove è riuscito a tenergli testa per tutta la gara insieme a Dani ma Marc ha fregato entrambi vincendo ancora una volta. Questo è stato l’ultimo podio di Valentino prima del giro di boa visto che nelle rocambolesche gare ad Assen e al Sachsenring è riuscito a portare a casa un 5° e un 4° posto mentre Dani con un terzo e un secondo posto è riuscito ad agguantare la seconda posizione ma la strada che porta a Marquez per entrambi è ancora lunga.

LE SORPRESE di questa prima metà campionato? Sicuramente i due italiani Dovizioso e Iannone seguiti dai fratelli Espargarò. Il ‘Dovi’, fresco fresco di rinnovo, occupa attualmente la quarta posizione nella classifica iridata con due podi all’attivo (terzo ad Austin sull’asciutto e secondo ad Assen sull’umido), segno che la cura Dall’Igna sta funzionando dato che i distacchi stanno progressivamente diminuendo (6 secondi da Marquez ad Assen sull’umido, sull’asciutto il record è di 12 secondi in Qatar) ma ancora bisogna lavorare molto visto che in prova Andrea riesce ad essere più incisivo che in gara dove manifesta dei cali nel ritmo come in Argentina e in Francia dove la progressione negativa è imbarazzante: da 5° a 9° in Sudamerica e da 3° a 8° a Le Mans. Stagione incredibile per Andrea Iannone che con la cura Dall’Igna sta riscattando in pieno lo scorso campionato trascorso più in clinica mobile che in pista. Il pilota del Team Pramac, dopo un inizio in sordina in Qatar, ha messo in luce tutto il suo talento in ad Austin e in Argentina brillando nelle prove e conquistando un 7° e un 6° posto. Poi due ritiri a Jerez e a Le Mans dove tampona alla prima variante l’incolpevole Hayden. Giù una serie di critiche sull’abruzzese che non demorde e al Mugello incanta tutti quanti conquistando la prima fila in qualifica, un secondo posto in griglia che gli vale l’appellativo di ‘Rocketman’ visti i 351 Km/h fatti registrare sul rettilineo del circuito di casa. Due ottime prestazioni prima della pausa ad Assen (6°) e al Sachsenring dove con il 5° posto conquista il suo miglior piazzamento nella classe regina e per la seconda volta dopo l’Argentina è la migliore Ducati in pista nonostante guidi una moto clienti. Il posto nel team ufficiale è frutto del suo merito.

Sorprendente anche l’exploit dei due fratelli Espargarò. Aleix con la sua Yamaha ‘Open’ ha stupito sin dall’esordio rischiando di conquistare la pole che è poi arrivata ad Assen dove ha sfiorato il podio dopo una bella bagarre con Pedrosa. Veloce in prova e altrettanto in gara, con la moto che si ritrova lotta e finisce spesso davanti a molte Factory come ad esempio il duo Ducati o la Honda LCR di Bradl. Il sesto posto in classifica non è un caso, il podio sfiorato gli servirà come stimolo per far meglio nella seconda metà di stagione prima di cimentarsi in una vera e prorpia impresa chiamata Suzuki. Rimanendo sempre in casa Espargarò, tra le sorprese è impossibile non citare Pol, sempre nei primi e miglior rookie a mani basse fino ad ora (va detto però che è in sella ad una Factory mentre Redding si sta facendo le ossa su una Honda ‘Open’). Il Campione del Mondo in carica della Moto2 è esploso a Le Mans stupendo tutti in qualifica con un ottimo secondo tempo e sfiorando il podio in gara (4° al traguardo) ma con la soddisfazione di aver battuto Pedrosa (seppur non al top), poi la conferma al Mugello dove in gara mantiene il quinto posto conquistato in griglia. I suoi progressi hanno fatto colpo e, mentre il suo apprendistato continua, sembra chiaro che se Lorenzo dovesse partire a fine 2015 toccherà a lui raccogliere la sua eredità nel team ufficiale.

IL DESAPARECIDO di turno è Jorge Lorenzo: pronti via e fuga interrotta da una scivolata in Qatar, poi la falsa partenza del Texas e il terzo posto di Rio Hondo che è solo un fuoco di paglia visto che a Jerez e a Le Mans il maiorchino è nuovamente giù dal podio e lontano dai primi (4° e 6°). La svolta sembra esser arrivata in Italia, dove ha vinto le scorse tre edizioni ma Marquez gli evita il poker al termine di un duello da cardiopalma, Jorge prova a rifarsi nel Gp di casa ma nel terzetto Marquez-Rossi-Pedrosa lui fa solo al comparsa restando al di fuori dai giochi dopo metà gara; ma il peggio arriva in Olanda dove riaffiorano i ricordi del volo dell’anno scorso e il pilota della Yamaha sull’umido non va oltre il 13° posto. Nell’ultimo Gp arriva finalmente un po’ d’ossigeno con il terzo posto del Sachsenring al termine di una gara rocambolesca sin dalle prime battute, Lorenzo deve ripartire da quel podio per ritrovare la strada giusta per tornare il campione di prima.

I FLOP fino ad ora sono stati tre: Crutchlow, Bradl e Bautista, tutti e tre pronti a cambiare aria. Il britannico chiamato la scorsa estate a salvare la Ducati con il suo stile di guida aggressivo non ha retto l’impatto con la moto bolognese collezionando soltanto un buon sesto posto all’esordio poi nulla. Ad Austin una brutta caduta in gara l’ha messo K.O. per l’Argentina ed in condizioni malconce per Jerez e Le Mans dove ha conquistato un ritiro e un misero 11° posto. Poi altri due ritiri in Italia e al Montmelò prima di due piazzamenti ai margini della top ten prima della pausa estiva; risultati deludenti anche in qualifica per Cal che in tre occasioni è stato eliminato in Q1, troppo poco per uno chiamato a risollevare le sorti di una squadra, ora gli tocca una seconda metà di stagione da separato in casa visto il suo passaggio nel team LCR. Il suo trasferimento è frutto del mancato rinnovo di un altro flop, Bradl, che ha deluso in questa prima metà di stagione con i suoi alti e bassi. Eppure aveva fatto ben sperare in Qatar quando andò in testa alla corsa ma una caduta ha distrutto i suoi sogni di gloria. Sfiora il podio in Texas (4°) poi una serie di prestazioni anonime come il 10° posto a Jerez, il 7° in Francia e infine i disastri in Olanda e in Germania (10° e 16°) convincono Cecchinello a cambiare rotta e a puntare su Crutchlow che già su una moto clienti (la Yamaha del Team Tech3) aveva dimostrato di essere competitivo. Chiudiamo con Bautista, poco incisivo e troppi ritiri, ben quattro su nove gare, pochi piazzamenti buoni e un solo guizzo a Le Mans dove ha chiuso sul gradino più basso del podio. Ora altre nove gare per tirare fuori il talento e accaparrarsi una buona sella per il 2015.