Moto2: La situazione dopo il giro di boa
Dopo lo speciale di ieri sulla Moto3, oggi ci occuperemo della categoria di mezzo, la Moto2, che ha in Rabat il proprio dominatore anche se nelle ultime uscite il dominio dello spagnolo è sembrato un po’ pericolante.
LOTTA FRATRICIDA per il titolo tra i due compagni di box Rabat e Kallio che arrivano al giro di boa in prima ed in seconda posizione nella classifica iridata a 170 e 151 punti. Troppo lontano il rookie Vinales (terzo a 120 punti) per poter impensierire il duo del Team Marc VDS che molto probabilmente sarà il fulcro della lotta iridata. Il più avvantaggiato è Tito, è lui il pilota di punta della squadra e poi ha messo giù dei numeri impressionanti da vero e proprio leader: quattro vittorie (Qatar, Argentina, Italia e Catalogna), due podi (secondo ad Austin e terzo a Le Mans), sei poleposition (Qatar, Austin, Argentina, Italia, Catalogna e Olanda) e soltanto tre gare giù dal podio (4° a Jerez e al Sachsenring e 8° in Olanda sull’umido). Senza dubbio dei numeri da capogiro ma l’ex pilota di Sito Pons non può certamente rilassarsi visto che Kallio, nonostante sia a 19 punti dalla vetta ed in qualifica non sia un fenomeno (solo una pole e due prime file), ha dimostrato di essere un buon pilota abile nelle rimonte (vedi GP Argentina, da 14° a 7°) e freddo nei momenti decisivi in più con la sua esperienza può fare la differenza anche nelle situazioni difficili come la gara di Assen sull’umido in cui è riuscito a portare a casa un buon terzo posto contro l’ottavo del rivale.
I ROOKIES sono stati particolarmente sorprendenti in quest’avvio di stagione, il migliore è stato ovviamente Vinales che a metà stagione è terzo in campionato con 120 punti. Il titolo resta un sogno ma il Campione del Mondo in carica della Moto3 può ancora togliersi qualche soddisfazione visto che ha già dimostrato di poter vincere portandosi a casa, alla seconda uscita stagionale ad Austin, la prima vittoria nella categoria di mezzo. Chiedergli continuità è impossibile però lo spagnolo ha dimostrato di esser in grado di arrivare al podio (due secondi posti in Catalogna e Olanda) e di rimontare soprattutto che in questa categoria dove il livello delle moto è simile è molto importante. Forse non vincerà il mondiale ma intanto la sua permanenza in Moto2 è destinata a durar poco visto che dall’anno prossimo correrà in sella ad una Suzuki in MotoGP. Mica male per uno che fino all’anno scorso correva in Moto3. Un po’ più altalenante invece il suo compagno di box Salom che dopo un inizio con il freno a mano ha iniziato ad ingranare dal Gp d’Argentina in cui ha conquistato il suo primo podio regolando i più esperti della categoria (3°), poi due buoni piazzamenti a Jerez e a Le Mans (6° e 5°) e infine il secondo posto al Mugello. Da lì in poi Luis ha iniziato a faticare collezionando un ritiro e due piazzamenti ai margini della zona punti, testimoniando che il lavoro da fare è ancora molto. Molto discontinuo anche il rookie tedesco Folger che dopo un inizio deludente ha messo in mostra tutto il suo talento in Spagna, Francia e Italia conquistando due terzi posti
(Jerez e Mugello) e una pole (Le Mans); poi il buio due ritiri e un 23° posto segno che il pilota è ancora acerbo. Tra i rookie infine va menzionato il nostro portacolori Franco Morbidelli autore di una stagione in crescendo: il pilota del Team Italtrans dopo due gare in sordina è riuscito a conquistare i suoi primi punti iridati in Argentina (13°) continuando a migliorare è arrivato per due volte di fila nella top ten in Francia ed in Italia arrivando poi a lottare con i primi al Sachsenring dove è riuscito a strappare un buon sesto posto finale dopo una bella lotta per il podio persa con i più esperti Corsi, Rabat e Vinales ma il ragazzo ha ancora nove gare e una carriera per rifarsi e migliorare. Da citare anche il nostro Lorenzo Baldassarri che nelle ultime gare è migliorato arrivando a conquistare i suoi primi punti iridati con l’11° posto in Catalogna e il 9° in Olanda.
LA SORPRESA di questa stagione è sicuramente lo svizzero Aegerter noto per i suoi traversi e le sue rimonte quest’anno ha compiuto il salto di qualità. Due podi, terzo in Texas e secondo a Jerez poi il capolavoro prima della pausa: pole e vittoria al Sachsenring. Il tutto condito da ottime rimonte che l’hanno portato nelle posizioni antistanti al podio (da 16°a 4° in Argentina e da 15° a 7° in Francia) . Se non avesse macchiato l’esordio in Qatar con una caduta e se ad Assen il tempo fosse stato più clemente probabilmente ora sarebbe più avanti in classifica.
FLOP indiscusso della stagione fino ad ora Nakagami. Il giapponese che aveva fatto vedere degli ottimi numeri la scorsa stagione è partito forte in Qatar conquistando la prima fila ed il podio che poi gli è stato revocato per squalifica vista un’irregolarità nella sua presa d’aria. Da lì in poi buio totale: sempre fuori dalla top ten con un 11° posto in Texas come miglior piazzamento. Stesso discorso per Luthi, tra i favoriti all’inizio dopo l’ottimo esordio in Qatar, poi scomparso nel secondo gruppo a fare il gregario. Deludenti anche Torres e Terol, i due alfieri del Team Aspàr l’anno scorso avevano fatto vedere dei bei numeri mentre quest’anno hanno conquistato soltanto 23 e 2 punti iridati fin ora. Troppo poco.
GLI ITALIANI, eccetto i due rookie Morbidelli e Baldassarri, sono sempre nella stessa situazione. Corsi, il migliore, è ancora relegato alle solite “scalate” dai bassifondi della griglia alle prime posizioni (vedi Mugello, 22° in qualifica e 4° in gara). Per ora il romano è riuscito a portare a casa due podi (2° in Francia e 3°al Sachsenring) dimostrando che quando è apposto può far male ai primi della classe. Per lui si prospetta ancora un’altra stagione “borderline”, in lotta i primi della categoria e con quelli del secondo gruppo, un vero peccato visto che con l’esperienza e il talento che si ritrova potrebbe benissimo lottare per il titolo anche se il mercato potrebbe farlo finire in sella ad una Yamaha Forward. Stagione fatta di alti e bassi finora per Pasini che ha alternato discrete prestazioni (vedi sesto posto al Montmelò) a gare opache (18° posto a Jerez), l’unico problema restano le cadute, troppe: out in Argentina, Francia e Italia (mentre era in lotta per il podio). Troppi tonfi per un pilota con tanta esperienza.