Dorna, Ducati, Open: una pagliacciata
Certo in Motogp non è che la stabilità dei regolamenti sia stata una garanzia negli ultimi anni, ma la situazione ora sta rasentando il ridicolo. In breve: come tutti sappiamo da mesi la Dorna ha stabilito due possibili regolameni con cui far correle le proprie moto: "Facotry" (con 20 liti di carburante, 5 motori con lo sviluppo congelato, sviluppo elettronica libero) o "Open" (24 litri di carburante, 12 motori sviluppabili, elettronica Magneti Marelli). Succede poi che Ducati, consica del ritardo da recuperare, scelga la strada della Open, senza violare alcun regolamento. E succede che Livio Suppo, per Honda, si lamenta perchè Ducati tradisce lo spirito delle Open facendo lievitare i costi (per carità, è anche giusto, visto come le RCV1000 stiano prendendo paga, fa parte del gioco).
E allora? E allora ci si inventa un'altra regola! Dice don Carmelo:"Se una Open arriva ad una vittoria, due secondi posti o tre terzi posti scende a 22,5 litri e 9 motori). Così, tanto per complicare la vita. Pare inoltre una specie di assicurazione a rovesico per Ducati, che colpisce se le cose iniziano ad andare (troppo) bene. Ma non solo, perchè si vorrebbe impedire alla Rossa di usare il software portato da Magneti Marelli a Sepang in quanto solo Ducati avrebbe le competenze, attualmente, per usarlo, ovvero proprio ciò che le regole prevedevano e accettavano, solo che ora guarda caso non va più bene. Da una parte si chiede una mano alle Case per sviluppare un software, dall'altra ci si lamenta se per fare ciò le Case entrano nella categoria Open e vengono penalizzate.
Il regolalemtno pare sempre piegarsi agli interessi singoli, e non è certo il primo caso: basti pensare alle eccezioni in favore di Suzuki o l'abolizione della Rookie Rule (che comunque era sbagliata di principio), o all'ancor più clamoroso cambio di cilindrata del 2006 solo perchè qualcuno a Tokyo era sicuro di essere davanti alla concorrenza Yamaha, salvo poi trovarsi scoperti contro Ducati. Non giriamoci attorno: per l'ennesima volta regole suggerite, appoggiate o comunque conocordate con Honda si ritorcono contro di questa, e allora? E allora si cambia! O ancora, il vergognoso monomarca Honda che è la Moto2, o la Moto3 che invece di ridurre i costi li ha aumentati, eccetera.
Ma ha ragione Paolo Scalera quando dice che Ezpleta non è il male assoluto: il problema è che la FIM è assente e se solo su di lui ricade ogni decisione è normale che senza contropoteri si finisca col diventare, a dir poco, ondivaghi. Il problema è la gestione disastrosa del campionato, senza accordi politici per un regolamento stabile. E il risultato è questo: pagliacciate su pagliacciate.