Roland Ratzenberger morto da nessuno, ma era un Signor pilota...

30.04.2014 19:09

Questo non vuole essere un articolo distaccato e impersonale come tutti gli altri, ma un qualcosa di veramente molto personale a cui te la sottoscritta tiene moltissimo.

 

"Ci è stato tolto Ayrton, ma il giorno prima ci era stato strappato Roland" (J. Herbert)

 

Roland Ratzenberger è stato un pilota di F1 che il 30 aprile di 30 anni fa Dio ha voluto al suo fianco strappandolo alla vita prima di quanto fosse necessario.Nacque a Salisburgo nel 1960, la passione dei motori è una cosa che lo contraddistingue, come afferma il padre Rudolf, "Già a tre anni diceva che avrebbe fatto il pilota". Cominciò nel mondo delle corse da giovanissimo iscrivendosi ad un kart club. 

In seguito partecipa e vince alcune importanti gare locali in ermania, aggiudicandosi un posto nel prestigioso Brands Hatch Formula Ford Festival e conquistando il 2° posto il primo anno e centrando la vittoria alla seconda partecipazione. Riuscì ad entrare in F3, ma non ottenne attenzione sufficiente dai big delle scuderie di F1. Per 5 anni prese parte alla 24 Ore di Le Mans rispettivamente nel 87, 90, 91, 92, 93, centrando la quinta piazza assoluta e la prima posizione di categoria.

 

Importanti risultati nella Formula Giapponese gli consentirono di raccogliere sponsor sufficienti per l'opportunità della vita: 5 GP nel 94 con la Simtek-Ford, scuderia esordiente capeggiata da Max Mosley e Nick Wirth.


 Esordì quindi nella massima Formula il 21 marzo 1994, in occasione del Gran Premio del Brasile di Interlagos. Sfortunatamente il giovane austriaco non riuscì a qualificarsi e dovette farsi valere solo nella gara di Aida in Giappone dove chiuse 11esimo.

 

Mi è stato fatto notare che "la storia dei piloti i veri appassionati la conoscono". Questo è vero amica mia, ma non ho voluto rimarcarla per nulla, l'ho fatto perchè Roland non è SOLAMENTE "colui che morì il giorno prima del campione". Purtroppo Ratzenberger è stato toccato dalle mani di Dio, ma anche da quelle del Fato visto che proprio quest'ultimo ha deciso che questa tragedia dovesse venire oscurata al mondo da un'altra tragedia: la scomparsa di Ayrton. Questo gli ha tolto una parte di quel rispetto, una parte del ricordo di chi affronta il pericolo per mestiere e di chi vede o ha visto la morte in faccia per lavoro. Personalmente credo sia doveroso questo ricordo, credo sia un obbligo piuttosto piacevole poter aprire il cuore per qualcuno che ha lottato tanto nella vita la quale è stata ingiusta con lui.

 


"Alla fine Ayrton aveva avuto successo, un brillante riconoscimento mondiale, i funerali di Stato in Brasile e così via. Ratzenberger è stato pianto solo dalla famiglia." (M. Mosley)

 

"Sono andato al funerale di Ratzenberger anziché a quello di Senna, dove c’erano tutte le persone importanti della Formula 1, perché sentivo che qualcuno doveva sostenere lui e la sua famiglia" (G. Berger)

 

"E' morto da nessuno, invece era un Signor pilota. l'unico che mi abbia mai messo in difficoltà a livello di cronometro.. E dire che ho avuto compagni come Zanardi, Irvine, Frentzen, Salo" (M. Martini)

 

Queste sono le parole di quel ragazzo scomparso a soli 33 anni lo conosceva davvero in pista e al di fuori.

 

"Per me, Roland è stato una dei piloti più sottovalutati nella storia della F1. Certo, non ha avuto il tempo di mettersi in mostra e, come sappiamo, correva per una squadra con pochi soldi e anch’essa alle prime armi in F1." (M. Martini) 

 

"Con Roland abbiamo perso un bravo ragazzo, che lavorava molto duramente per poter essere un pilota di Formula 1. Davvero una bella persona, era raro non vederlo sorridere. Era un uomo meraviglioso. Aveva un senso dell’umorismo davvero bello, spiccato. Potevi sempre farti una risata con lui" (J. Herbert)

 

"Era qualcuno che rispettavo perché aveva seguito una strada simile alla mia. Era arrivato in Formula 1 a 31 anni, abbastanza tardi nella sua carriera, chiaramente aveva talento, ma non ha brillato come un Senna o un Hamilton. Era un ragazzo che amava essere un pilota. Era talentuoso, capace e molto competitivo." (D. Hill)

 

Quel giorno l'intero mondo capì cosa significasse tutto questo, ma non si rese conto fino al giorno seguente quanto tutto ciò fosse grave e di che cicatrici profonde avrebbe lasciato anche a distanza di vent'anni.

Come si dice dalle mie parti: destino bastardo! Il giorno dopo la morte di Roland, Ayrton, prima della gara, aveva deciso di rendere omaggio al pilota defunto nascondendosi una bandiera austriaca nella tuta per poi sventolarla a fine gara.... Sappiamo tutti come andò a finire...