Lancia, crisi nera da 10 anni

24.07.2014 22:40

Sergio Marchionne ha le idee piuttosto chiare: ”Abbiamo constatato che il marchio Lancia non ha capacità attrattiva al di fuori dell’Italia. La Lancia non ha storia ne in Europa e ne negli Usa. Noi crediamo che Alfa Romeo superi di molto la Lancia”. Appare chiaro che queste affermazioni sono molto discutibili.

Infatti, se è vero che negli Usa l’Alfa ha una storia, in Europa la Lancia è un’azienda molto riconosciuta. Wikipedia, non proprio il miglior sito del mondo, sulla Lancia apre così: ”Lancia è una delle più antiche e prestigiose case automobilistiche Italiane”. Già, una delle più antiche poiché viene fondata da Vincenzo Lancia nel 1906. Nel 1907 il primo modello, nel 1908 comincia la produzione. Il fratello di Vincenzo, studioso di lettere classiche, gli suggerisce di chiamare i propri modelli con le lettere dell’alfabeto greco, tradizione che è durata fino ai giorni nostri. Anche il marchio, scelto da Vincenzo, è rimasto intatto fino a qualche anno fa. La prima Lancia, quella del 1907, viene denominata “Lancia Alfa” o “12 HP Alfa”. Montava un 2.6 litri di 28 cavalli con una trasmissione a 4 marce e raggiungeva i 90 km/h. Questa vettura ottenne un discreto risultato e fu venduta sia in America che in Inghilterra. Dopo altri modelli nel 1911 veniva creata la Lancia Delta, seguita poi dalla Didelta, destinata esclusivamente alle corse. Lancia era già sinonimo di efficienza tecnologica e nel 1913 nacque la prima auto di grande successo: la Lancia Theta, che rimase in produzione fino al 1918, sopravvivendo alla guerra. Quest’auto fu la prima al mondo a essere commercializzata con impianto elettrico completo e ne furono vendute ben 1689 unità. Durante il periodo della grande guerra la Lancia costruì per lo più camion blindati e anche questi erano all’avanguardia tecnologica. Nel 1922 nasceva un capolavoro: la Lancia Lamba. Ne furono prodotte circa 13 000 pezzi in 8 anni e il 40% delle vetture era destinato a finire all’estero. Lancia fonda la “Lancia Motors of America” che risulterà però un fallimento, con addirittura un tentativo di omicidio contro Vincenzo. Negli anni ’20 e ’30 venne ampliata la rete di vendita in Italia ma anche all’estero. In Inghilterra viene fondata la “Lancia England”, a Parigi la “lancia Automobiles” e venivano create filiali nei territori dell'Africa Orientale Italiana e della Libia. Venne creata intanto la Lancia Artena, con il merito di essere una delle prime vetture a poter superare i 100 000 km senza nemmeno il bisogno di revisioni. Fu la volta poi della Lancia Augusta, prima berlina europea a struttura portante. Il successo di questa “utilitaria” fu clamoroso: in tre anni fra Italia e Francia ne furono vendute più di 20 000 unità. Il marchio Lancia è ormai affermato e crea vetture da sogno: la Lancia Aprilia, ultima Lancia vista da Vincenzo stroncato da un infarto a 56 anni (venduta in 27 836 unità fra il 1937 e il 1949) e la Lancia Ardea (31 961 unità). Nella seconda guerra mondiale la Lancia si dedicherà alla costruzione di autocarri mentre al comando dell’azienda sale Gianni Lancia, figlio di Vincenzo. Il successo Lancia è inarrestabile e ogni vettura prodotta è un successo. Dopo l’Appia l’azienda entra nel gruppo fiat e nascono le tre “F”: Flaminia, Flavia e Fulvia, tre delle maggiori vetture di successo dell’azienda. Gli anni 70-80 furono strepitosi: nacquero nomi leggendari come Beta, 037, Gamma, Stratos e Delta. Tutte queste vetture hanno lasciato il segno sia nella produzione di serie che nelle gare. Il successo Lancia è continuato fino al nuovo millennio con auto come la Thema equipaggiata con V8 Ferrari, la K, la Thesis ma anche la Dedra e la Lybra fino ad arrivare alla Lancia Y. Poi improvvisamente il vuoto. L’azienda viene dimenticata da tutti e si riduce a produrre utilitarie e monovolumi di un successo scadente per 15 anni. Nessuno si occupa più dell’azienda e gli innamorati del marchio piangono e reclamano una vettura degna del marchio. Ma ancora peggio, si ritrovano fra le mani una Chrysler 300 con attaccato sopra il marchio Lancia e denominata “Thema”, quasi ad irridere i fan in giro per il mondo. E intanto il prestigio di cui parla Wikipedia va mano a mano scemando.

Il prestigio che la Lancia si è creata non solo con i modelli stradali ma anche dominando in lungo e largo le competizioni a cui ha partecipato. Vincenzo era contrario a competere ma già dal 1908 la Lancia partecipò ad alcune gare conquistando ottimi piazzamenti anche all’estero. Vittorie negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Francia oltre a tante affermazioni in Italia. Finisce nel ’13 la prima parentesi agonistica che riprenderà poi nel 1950 con Gianni Lancia. La Lancia si cimenta con successo in ogni tipo di competizione a partire dalla F1. La Ferrari D50 campione del mondo nel 1956 infatti era in realtà una Lancia. La casa, dopo la tragedia della morte di Ascari lasciò a Ferrari 6 D50 che portarono senza problemi l’iride a Maranello. Oltre alla parentesi F1 in quegli anni proprio la Lancia Aurelia regala soddisfazioni vincendo la 24 ore di Le Mans di classe e classificandosi 2° assoluta alla mille miglia andando a vincere persino il prestigioso rally di Montecarlo. Con la D20 nel 1953 Lancia fa sua la Targa Florio. La D24, “universalmente giudicata come una tra le più belle vetture da corsa del periodo (e di sempre)”, vince la Carrera Panamericana, Targa Florio, Giro di Sicilia, Mille Miglia e tante altre gare. Sospesa così dopo la morte di Ascari nel ’56 l’attività agonistica la Lancia si rilancia nelle corse negli anni ’70. In questi anni la Lancia si getta nel mondo degli sport prototipo con la Beta Montecarlo Turbo, sostituita poi dalla Lancia LC1 e poi dalla LC2. Nell’80 Lancia vince il mondiale marche sport prototipi gruppo 5 battendo la Porsche 935, replicandosi anche nel’82. La LC1 e LC2 furono veloci ma inaffidabili e questo fece perdere la 24 ore di Le Mans a favore delle Porsche. Si decise così di abbandonare i prototipi per dedicarsi al mondiale rally. Mai scelta fu più azzeccata. Nel ’72 la Fulvia porta a casa il primo mondiale marche. Mondiale marche che grazie alla Stratos tornerà alla lancia nel ’75, ’76 e ’77. Nel ’78 il mondiale marche andò alla Fiat ma la Lancia vinse il mondiale piloti. “Stufa” di vincere la Lancia ridusse l’impegno nei rally fino al 1982 quando tornò prepotentemente protagonista con la Lancia 037 sviluppata negli anni precedenti. Vinse il mondiale marche nell’83 nonostante le ben più potenti Audi quattro con trazione integrale contro la posteriore della 037. Dopo due anni di stallo la Lancia partorì 3 leggende su ruote. La prima fu la Delta S4. La sua storia fu breve visto che l’anno dopo i mostri da 600 cavalli vennero banditi. Il mondiale fu praticamente deciso a tavolino dalla Fia e la S4 terminò in seconda piazza. La Lancia stava lavorando su un mostro denominato ECV1 da 600 cv e uno 0-100 da 3.3 secondi già nel 1986. Per fare un confronto sono numeri simili a quelli che vanta un’attuale Ferrari 458 Italia. Si lavorava anche a un prototipo da rally per il gruppo S, ulteriore sviluppo del gruppo B, denominato ECV2 sperando in un ripensamento della Fia. Quest’ultima era praticamente una Formula 1 da ghiaia ma entrambe non videro le piste per il divieto imposto dalla Fia. Chi vide la pista fu invece la Lancia Delta integrale che surclassò ogni tipo di avversario andando a vincere ben 11 mondiali dall’87 al ’92 (4 mondiali piloti e 6 mondiali marche). Il gruppo Fiat decise di ritirare la Lancia dalle corse e da qui cominciò il lento e graduale declino di un marchio storico. Così, nonostante tutto il prestigio e la leggenda acquisita con gli anni oggi la Lancia si è ridotta a fare city car o finte ammiraglie con Marchionne che evidentemente è molto disinformato sulla storia del marchio. Vittorie in ogni categoria, in ogni angolo del mondo e vetture di serie che hanno fatto impallidire BMW, Audi e Mercedes.

Questa era la Lancia caro Marchionne e questo deve rimanere, un marchio di lusso ma sportivo allo stesso tempo, e bisognerà avere sempre rispetto per un marchio che vive da oltre 100 anni. Tutti gli appassionati si augurano che lei cambierà idea perché al momento siamo tutti delusi, a cominciare dal grande Vincenzo che dal nulla ha costruito una leggenda e che alle sue parole si sta rivoltando nauseato nella tomba. #stayinLANCIA