F1, l'addio di Montezemolo alla Ferrari

18.09.2014 18:03

Non potevamo non scrivere un articolo su quanto accaduto 8 giorni fa. Dopo la brutta figura di Monza e dopo le dichiarazioni a caldo di Marchionne ci si aspettava qualche cambiamento ai vertici Ferrari, sì ma non così in fretta. E invece ecco che il 10 settembre in una conferenza stampa a Maranello, l'a.d. di F.C.A. (Fiat-Chrysler Automobiles) e il presidente del cavallino rampante annunciano le dimissioni di quest'ultimo.
Il presidente (ex, ormai) dice di aver voluto lui lasciare il suo incarico, ma possiamo dire con tutta certezza che è stato spinto a questa decisione dallo stesso Marchionne che non nega le divergenze avute, sul modo di gestire il reparto corse.
«La Ferrari avrà un ruolo importante all'interno del gruppo F.C.A. nella prossima quotazione a Wall Street e si aprirà quindi una fase nuova e diversa che credo giusto debba essere guidata dall'amministratore delegato del gruppo. Finisce un'epoca e ho quindi deciso di lasciare la presidenza dopo quasi 23 anni meravigliosi e indimenticabili, dopo quelli passati a fianco di Enzo Ferrari negli anni Settanta».
Lasciando stare la parte sportiva però, a livello economico il marchio Ferrari gode di ottima salute e anzi le vetture vengono sempre più apprezzate anche a oriente; inoltre 23 anni sono qualcosa di importante, qualcosa che lascia un segno, e per quanto Montezemolo abbia avuto una profumata buona uscita e 'rischi' di diventare presidente della nuova Alitalia, non ci sembra giusto oltre che molto sensato ciò che gli hanno fatto. Sotto la sua presidenza il cavallino ha vinto molto, basti pensare all'era Schumacher, ed è passato dal non finire le gare a vincere 14 titoli in 10 anni... certo non si può vivere di soli ricordi e c'è da dire che negli ultimi anni la Ferrari non è stata al top, però con l'addio di Montezemolo crediamo che le cose non cambino poi così tanto. Soprattutto che ne sa di gare, strategie, di motori un manager come Marchionne? Oddio non che ne sapesse molto di motori anche Briatore, però sapeva gestire così bene le persone che con lui Benetton e Renault hanno avuto successo.

Deve cambiare 'il sistema Ferrari', il modo di vedere i problemi, di concepire il pilota, non tanto il presidente. La mentalità, la cultura di un'azienda è la cosa più difficile da modificare e non è che facendo piazza pulita delle vecchie guardie (Montezemolo e prima di lui Marmorini e Domenicali) le cose cambieranno, se chi lavora per le corse manterrà la visione stantia di sempre. Che poi Montezemolo non progettava nulla... se c'e da cambiare qualcuno forse sono altre persone, no?

C'è da aggiungere che la Ferrari, con l'uscita di scena di Montezemolo, smette di essere autonoma e sembra avvicinarsi sempre più agli Stati Uniti. Nonostante l'approdo alla borsa di Wall Street, Marchionne ci tiene però a sottolineare che la Ferrari «è nata e morirà italiana. Se qualcosa venisse prodotto fuori da questo stabilimento sarebbe osceno, totalmente inconcepibile, se non nascesse qua non sarebbe più la Ferrari». Sarà davvero così?

Da osservatori ci sembra che tutti i cambiamenti fatti, cambiamenti di personale Ferrari, non abbiano migliorato le cose. Magari con Marchionne partirà davvero una nuova età d'oro, magari ci stiamo sbagliando, ma forse... appunto gli unici cambiamenti fatti sono solo a livello di nomi, di persone e non di fatti. Pare che 'la cacciata' di Montezemolo sia solo un pretesto per inserire persone care al canadese nella gestione della rossa.
Detto ciò Marchionne dice che la sua è solo una carica ma che non intaccherà nulla. Perchè allora non lasciare un presidente tanto amato dalla tifoseria?